La svolta di Tsipras La Grecia non tornerà alla dracma Una volta commissariato il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, bocciato dai colleghi dell’Eurogruppo, il primo ministro greco Alexis Tsipras cerca un accordo con i creditori entro il 9 maggio. Tre giorni prima della maxi tranche di rimborso da 770 milioni di euro al Fondo monetario internazionale. Il governo greco è pronto a indire un referendum per conoscere il parere dei suoi cittadini a riguardo. La mossa non è azzardata. Con le casse vuote e le spalle al muro, le probabilità di uscire dall’euro aumentano. La paura è tale che stando a quanto ha scritto “Die Bild”, Tsipras sarebbe persino a pronto a mettere da parte l’aumento del salario minimo promesso e di rinunciare a rafforzare i diritti dei lavoratori, cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. L’unico modo di poter imprimere una svolta al negoziato senza rischiare rivolte di piazza per le concessioni fatte all’austerità europea. La possibile svolta del governo si spiega con un sondaggio della la rivista ateniese “To Vima”, stando al quale, la stragrande maggioranza dei greci è oramai diventata favorevole a rimanere nell'Unione europea, nell'Eurozona e anche nella Nato. Le percentuali sono anche piuttosto eloquenti proprio per quello che riguarda un accordo con i creditori. Ben il 71,9% degli intervistati ritiene che la Grecia trarrebbe beneficio da un accordo con i creditori, quando solo il 23,2% è a favore di una rottura. Il 72,9% si è espresso perchè il Paese resti all'interno della zona euro, mentre un 20,3% preferisce tornare alla dracma, la vecchia valuta. Un altro 79,4% dei greci preferisce che il Paese resti nella Ue, un 73,7% preferisce rimanere nella Nato, contro il 17,2% e il 22% che vorrebbero uscirne. La ricerca indica quindi che gli intervistati temono una possibile “Grexit”, e di questo si deve essere accorto il premier che ha deciso il cambio di marcia. Syriza nelle intenzioni di voto rimane ancora il primo partito con il 36,9% dei voti, staccando Nea Dimokratia (centro destra) di 15 punti. È il momento propizio per imprimere una svolta, rivolgersi al popolo ed evitare il default e l’uscita dalla moneta unica, con tanti saluti alle belle speranze e promesse della campagna elettorale. Ora si fa sul serio e ci si gioca il futuro di governo e ripresa del paese. I greci non torneranno alla dracma. Roma, 28 Aprile 2015 |